venerdì 5 marzo 2010

Capitano Ultimo e l'arresto di Totò Riina

Il Capitano Ultimo, ora colonnello dei carabinieri, è allenato a vivere mimetizzato da quando Cosa nostra lo ha condannato a morte diciassette anni fa. Dal giorno in cui con i suoi ragazzi della Crimor, dopo duecento giorni di indagini, appostamenti e notti insonni bloccarono dentro al traffico di Palermo l'auto su cui viaggiava Toto Riina, gli spalancarono la portiera, lo sfilarono dal sedile, lo stesero sull'asfalto a faccia in giù, gli dissero "Salvatore Riina, lei è in arresto per mano dei Carabinieri!" e gli serrarono le manette ai polsi dopo 23 anni, 6 mesi e 8 giorni di latitanza.
Era il 15 gennaio 1993. Ore 8,55. Uscita del condominio di via Bernini 54. Hanno appena fotografato la piccola Citroen guidata da Salvatore Biondino, che scivola con passeggero a bordo in mezzo alle quattro auto appostate lungo le vie di fuga. Aspettano quell'auto da due giorni. Da quando il pentito Balduccio di Maggio ha riconosciuto, in una registrazione filmata davanti a quei cancelli, Ninetta Bagarella, la moglie di Riina. I ragazzi di Ultimo presidiano quell'uscita da dentro la Balena, un furgone bianco scassato parcheggiato sul marciapiede opposto. Segnalano l'auto via radio. Segnalano il passeggero a bordo. Balduccio di Maggio che è con loro in Balena, vede e riconosce il boss. Adrenalina corre.
Le quattro auto meticce degli investigatori si staccano dai marciapiedi e si mettono in scia. Un chilometro di traffico, fino allo slargo del Motel Agip sulla circonvallazione, quando le auto accerchiano, e i ragazzi scendono, bloccano, arrestano, e poi filano via, senza luci, senza sgommate, senza sirene, verso l'approdo della Caserma Bonsignore dove in un minuto si irradia la notizia che allaga le agenzie di stampa e telegiornali.
E' la prima grande vittoria dello Stato, sette mesi dopo i boati di Capaci e poi di via D'Amelio. E' la vittoria di Ultimo e dei suoi ragazzi. E' la vittoria di tutti gli italiani onesti!

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